Ancora accoglienza (e sbarchi)

4 Giugno 2019 – Roma – Il loro viaggio della speranza è finito. Genova, Taranto, Cagliari, Cosenza, Lampedusa. Località che nelle ultime ore hanno accolto i migranti che scappano dalle coste libiche o da quelle della Turchia. Lo sbarco del pattugliatore Cigala Fulgiosi, che aveva recuperato in mare a 90 miglia da Tripoli cento profughi, tra cui 23 bambini e 17 donne, si è concluso nel migliore dei modi grazie alla disponibilità all’accoglienza della Conferenza episcopale italiana e di sei Paesi dell’Ue. È stato infatti formalizzato ieri pomeriggio il protocollo d’intesa tra il Viminale e la Cei con cui si procede, attraverso la rete di Caritas italiana, a dare la migliore accoglienza a buona parte delle persone sbarcate domenica sulla banchina di Calata Bettolo, ora accolte in strutture del Lazio. Undici minori non accompagnati e le sei donne incinte sono invece rimaste a Genova per le cure necessarie, mentre gli altri presto varcheranno il confine italiano per essere redistribuiti nei sei Paesi che finora hanno accolto l’appello dell’Italia alla solidarietà. Il Portogallo, ad esempio, è pronto ad ospitare dieci dei migranti sbarcati, l’Irlanda e la Romania cinque ciascuno; altri migranti verranno accolti anche da Francia, Germania e Lussemburgo con cui sono ancora in corso trattative.
Ma ieri, complice il ritorno del mare calmo, sulle nostre coste ci sono stati altri quattro sbarchi in cui sono arrivate circa 140 persone. Il trend degli arrivi nel 2019 in realtà indica un netto calo (dell’87%) rispetto allo stesso periodo del 2018: 1.764 contro 13.775. Ma la bella stagione spinge i disperati a mettersi in mare su gommoni e barchini di fortuna per raggiungere l’Italia. In Sardegna, nel Sulcis, su due diverse imbarcazioni sono infatti arrivati ieri 21 algerini. Il primo approdo, a Porto Pino nel territorio di Sant’Anna Arresi, con 16 persone che i carabinieri hanno fermato mentre si stavano allontanando dalla spiaggia. Dopo le visite mediche e le operazioni di identificazione sono stati trasferiti nel centro d’accoglienza dell’isola. Così come anche gli altri cinque algerini soccorsi in mattinata, a bordo di un’imbarcazione di fortuna, da una motovedetta dei carabinieri nell’area di Sant’Antioco.
È scattata invece la corsa alla solidarietà di cittadini e volontari per accogliere i 73 uomini di nazionalità pachistana, tra cui 19 minori, che sono approdati la sera di domenica sulla spiaggia di Torre Colimena, località marittima di Avetrana, nel Tarantino. Non appena saputo dello sbarco, il Comune ha aperto lo stadio come luogo di primo ricovero, mentre cittadini e associazioni hanno offerto cibo, acqua, indumenti e scarpe. I migranti hanno raccontato ai soccorritori che il loro viaggio è cominciato a Bodrum, in Turchia, nove giorni prima a bordo di un natante a vela di 14 metri, condotto da due scafisti di 38 e 48 anni, che le forze dell’ordine sono riuscite ad arrestare non lontano dalla zona dell’approdo. Un viaggio della disperazione, quello dei 73 pachistani, ammassati in una stiva che poteva contenere al massimo dieci persone per cui hanno pagato 5.600 euro a testa. Per tutti loro adesso si sono aperte le porte dei centri di prima accoglienza della regione.
Di più difficile quantificazione, invece, lo sbarco avvenuto ieri sulla spiaggia di Calopezzati, Comune calabrese della fascia ionica cosentina. Non c’è infatti un dato ufficiale sul numero delle persone che si trovavano a bordo della barca a vela quando si è arenata nello specchio d’acqua antistante la spiaggia del centro costiero. Finora sono state rintracciate 41 persone tra cui donne e bambini, tutti iraniani e iracheni, che dal porto di Corigliano-Rossano dove hanno avuto le prime cure sono stati trasferiti nel centro d’accoglienza. Ma dalle prime informazioni raccolte ci sarebbero ancora alcune persone che avrebbero fatto perdere le proprie tracce, tuttora ricercate dalle forze dell’ordine. E ieri sera, ancora, un altro sbarco di 19 persone a Lampedusa. (Alessia Guerrieri – Avvenire)

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