“Non si tratta solo di migranti: la presentazione del messaggio di Papa Francesco

27 Maggio 2019 – Roma – Con il messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato di quest’anno dal titolo “Non si tratta solo di migranti” Papa Francesco vuole sottolineare che “i suoi ripetuti appelli a favore dei migranti, dei rifugiati, degli sfollati e delle vittime della tratta devono essere compresi all’interno della sua profonda preoccupazione per tutti gli abitanti delle periferie esistenziali”. Lo ha detto questa mattina p. Fabio Baggio, Sotto-Segretario della Sezione migranti e rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale intervenendo alla presentazione del Messaggio del pontefice per la Giornata che si celebrerà il prossimo 29 settembre. Per il religioso “l’affamato, l’assetato, il forestiero, l’ignudo, il malato e il carcerato che bussa oggi alla nostra porta è Gesù stesso che chiede di essere incontrato e assistito”.

“I rifugiati, in preda alla disperazione, sono dimenticati dall’Europa”, ha poi detto, sempre durante la conferenza nella Sala Stampa della Santa Sede, mons. Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo e presidente della Comece (Commissione delle Conferenze episcopali della Comunità europea) facendo riferimento ai rifugiati di Lesbo, recentemente visitati insieme al card. Krajewski: “Nessun discernimento è possibile senza guardare i loro volti, ascoltare le loro voci”, ha quindi affermato il presule proponendo  alle “differenti diocesi d’Europa” di cercare “un accordo con i loro governi per aprire corridoi umanitari che accolgano le perone che sono tate dimenticate per troppo tempo”. A fornire alcuni dati  il superiore generale dei missionari scalabriniani, p. Leonir Chiarello. Il religioso ha citato alcune stime delle Nazioni Unite che parlando di circa 260 milioni di migranti: “ogni 10 anni questo numero aumenta di circa 50 milioni”. Per p. Chiarello le migrazioni “non sono un fenomeno occasionale o passeggero ma strutturale”, ha ribadito il superiore generale dei missionari scalabriniani: “Sono il risultato degli squilibri nello sviluppo economico e sociale, delle guerre, ma anche l’espressione di profonde trasformazioni negli Stati e a livello internazionale”. “Pensare di fermare le migrazioni con decreti amministrativi, con barriere e muri è illusorio. È come voler fermare la storia. Di più, è privarsi dell’arricchimento reciproco che avviene nell’incontro tra persone di provenienze diverse”. (R.I.)

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