Messina: ieri la presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes

24 Maggio 2019 – Messina – “La sfida alla quale siamo chiamati è la completa inversione di rotta. Lavorare perché l’Italia diventi luogo attrattivo per vivere e quindi rientrare per chi è andato all’estero e rendere possibile l’ingresso di nuova vitalità in un Paese spopolato e demograficamente nella necessità di nuova linfa vitale”. A dirlo ieri sera a Messina la curatrice del “Rapporto Italiani nel Mondo” della Fondazione Migrantes partecipando all’incontro dal titolo “Una Repubblica fondata sull’emigrazione”. Il convegno – promosso dagli Uffici diocesani Migrantes e Caritas, dall’Università di Messina e dall’associazione di volontariato “Piccola Comunità Nuovi Orizzonti” – ha concluso un percorso che ha visto la presentazione dei tre volumi redatti dalla Fondazione Migrantes:  il “Rapporto immigrazione” (in collaborazione con Caritas Italiana) e il  “Rapporto sul diritto d’asilo in Italia”. Per Licata l’analisi della storia di mobilità legata all’Italia e quindi dei flussi in entrata e in uscita “ci insegna quanto la realtà si discosti dalla percezione di essa. Ma non è più solo il tempo del conoscere, formare e informare. È il tempo del fare”.  Ai lavori, introdotti da p. Felice Scalia della Piccola Comunità Nuovi Orizzonti e moderati da Santino Tornesi, direttore dell’Ufficio diocesano Migrantes  – è intervenuto anche il giornalista Marcello Mento e il docente Antonino Mantineo dell’Università “Magna Grecia” di Catanzaro. Al termine anche l’approvazione del documento “Restiamo umani per seguire il Vangelo”, proposto dagli organismi promotori del percorso che ha affrontato i diversi volti della mobilità umana.

L’incontro è stato preceduto, nel pomeriggio, dalla presentazione del “Rapporto Italiani nel Mondo” ai docenti e agli studenti universitari. “Abbiamo ricevuto un grande dono dall’Europa: la libertà di muoverci, ma dobbiamo lavorare – ha detto Licata – per far sì che venga applicato anche il diritto di tornare in Italia dopo la parentesi di mobilità”. Da qui l’augurio a tutti i giovani di fare esperienza di mobilità per studio o per lavoro “ma ciò che più conta è fare proprio il principio che dobbiamo poter inseguire i nostri sogni nei luoghi e nei tempi che desideriamo perché ogni uomo e ogni donna, i migranti tutti quindi, hanno diritto a un’esistenza felice”.

 

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