Fond. Moressa: in aumento l’Irpef degli immigrati

16 Maggio 2019 – Venezia – Dalle dichiarazioni dei redditi 2018 (anno d’imposta 2017) emerge il contributo della componente immigrata alla fiscalità nazionale: si tratta di 3,87 milioni di contribuenti, che hanno dichiarato 52,9 miliardi di euro di redditi e versato 7,9 miliardi di euro di Irpef.

Dal 2010 al 2017 si nota un progressivo anche se lento aumento sia nel numero di contribuenti nati all’estero (+5,0% nell’ultimo anno e +15,8% negli ultimi sette) che nel volume di Irpef versata (+3,6% nell’ultimo anno e +17,1% negli ultimi sette).

Questi i principali risultati dello studio della Fondazione Moressa su dati MEF – Dipartimento delle Finanze.

Complessivamente i contribuenti nati all’estero rappresentano il 9,5% del totale, con picchi di 15,1% nella fascia più bassa e 3,9% nella fascia più elevata di reddito.

Tra i contribuenti nati all’estero, 1,86 milioni di contribuenti (48,2%) hanno dichiarato un reddito annuo inferiore a 10 mila euro. Tra i nati in Italia, in quella classe di reddito si attesta solo il 28,6% dei contribuenti. Per entrambi i gruppi la componente più numerosa è quella compresa tra 10 e 25 mila euro (40,5% per i nati all’estero e 41,8% per i nati in Italia). Molto diversa invece la situazione per i redditi oltre 25 mila euro: appena 439 mila contribuenti nati all’estero (11,4%) si collocano in questa fascia, contro il 29,5% dei nati in Italia.

Quasi un quinto dei contribuenti nati all’estero è nato in Romania (689 mila). Seguono Albania (287 mila), Marocco (227 mila) e Cina (196 mila). Nell’ultimo anno quasi tutte le nazionalità hanno visto un aumento nel numero di contribuenti: i tassi più alti si sono registrati per i nati in Pakistan, Senegal, Moldavia e Bangladesh con aumenti sopra il 10%.

Le donne sono il 44,9%, con picchi molto più alti tra i paesi dell’Est Europa (Ucraina, Moldavia, Polonia) e dell’America Latina (Brasile, Perù, Argentina).

Mediamente, ciascun contribuente nato all’estero nel 2018 ha dichiarato 13.671 euro e versato Irpef per 3.175. I paesi Ue e dell’Europa occidentale presentano generalmente valori più alti, in linea con i nati in Italia.

Oltre la metà dei contribuenti nati all’estero si concentra in quattro regioni: Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Lazio. In 9 regioni (del Centro-Nord) superano il 10%: il picco massimo in Trentino A.A. (15,1%). Il differenziale tra redditi tra nati in Italia e nati all’estero rimane piuttosto elevato: mediamente, in Italia, un contribuente nato all’estero ha dichiarato 13.671 euro, 7.736 euro in meno rispetto ad un contribuente italiano. Differenza che sale oltre i 9 mila euro in molte regioni. I contribuenti nati all’estero “più ricchi” sono in Lombardia (16.116 euro annui) e Friuli V.G. (15.529); i più poveri, invece, si registrano in Puglia, Calabria e Basilicata, al di sotto dei 10 mila euro annui. A livello provinciale, il primato spetta a Prato, con 22,2 contribuenti stranieri ogni 100. Tra le grandi città, Milano registra un’incidenza del 13,6%. Nettamente superiori alla media nazionale anche Genova e Firenze.

Secondo Michele Furlan, Presidente della Fondazione Leone Moressa, “i dati dimostrano che un’immigrazione integrata e basata sull’inclusione lavorativa porta un impatto positivo a livello economico e fiscale. Rimane, tuttavia, un certo divario di reddito tra italiani e immigrati che contribuisce a mantenere esclusione sociale e marginalità”.

 

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