Cgie: no al “taglio” dei parlamentari eletti all’estero

Roma – Durante una audizione parlamentare in Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati il Segretario Generale del CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero)  Michele Schiavone e il prof. Marco Galdi hanno precisato i motivi della contrarietà alla riduzione degli eletti nella Circoscrizione estero. I 12 deputati e i 6 senatori devono essere considerati aggiuntivi al numero di quelli eletti in Italia, sottolinea il Cgie che si impegna a promuovere una campagna di sensibilizzazione rivolta a tutti i deputati e agli operatori dell’informazione. Schiavone e il prof. Galdi erano accompagnati da  Gianluca Lodetti, Carlo Ciofi e Franco Dotolo. La proposta di revisione costituzionale all’attenzione della Camera dei Deputati prevede una riduzione del numero dei parlamentari e la proporzionale riduzione degli eletti nella circoscrizione Estero, che passerebbero complessivamente dagli attuali 18 a 12 (otto deputati e quattro senatori). Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero non è contrario a una riduzione del numero complessivo dei parlamentari italiani, ma esprime “un parere nettamente negativo alla riduzione degli eletti nella Circoscrizione estero. L’eventuale riforma della rappresentanza e del Parlamento – si legge in una nota – dovrebbe avere per gli italiani all’estero un segno del tutto diverso: ristabilire quell’equilibrio e quella parità nei criteri di rappresentanza tra i cittadini, qualunque sia la loro residenza territoriale, che finora è stata negata”. Il prof. Galdi, nel suo intervento, ha sottolineato che, applicando la riforma proposta, lo squilibrio nella rappresentanza dei cittadini residenti all’estero rispetto a quelli residenti in Italia diventerebbe insostenibile: un deputato eletto in Italia rappresenterebbe 150.000 abitanti, uno eletto all’estero 700.000 iscritti AIRE; un senatore eletto in Italia poco oltre 300.000 abitanti, uno all’estero oltre 1 milione e 400 mila iscritti AIRE (con riferimento alle elezioni del 2018, il deputato eletto in Italia rappresenta oggi in media 96.000 cittadini, l’eletto all’estero 400.000 iscritti AIRE; il senatore eletto in Italia rappresenta in media 192.000 cittadini, l’eletto all’estero 800.000 cittadini iscritti AIRE:  i dati sono tratti dal Dossier del 16 ottobre 2018 sulla riduzione del numero dei parlamentari, A.S. n. 214; n. 515; n. 805). Un rapporto – fa notare il Cgie – destinato ad aggravarsi ulteriormente: dal 2006 a oggi, la base elettorale in Italia è andata calando, mentre quella degli iscritti all’AIRE è aumentata del 60% circa e continua a crescere a causa di flussi di emigrazione stabile, cui si aggiungono gli italiani temporaneamente all’estero, anch’essi in costante aumento.  Il Segretario Generale del Cgie  Schiavone ha spiegato che tagliare gli eletti all’estero è una “proposta soltanto aritmetica, ma non comprensibile dal punto di vista democratico. Si tratta di una gravissima lesione del principio di uguaglianza tra i cittadini sancito dall’articolo 3 della Costituzione (“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociali e sono uguali davanti alla legge”), e si creerebbe una profonda discrepanza nel rapporto numerico tra elettori ed eletti, relegando tutti i cittadini residenti fuori dai confini nazionali ad una condizione di inferiorità e marginalità. Detta circostanza, sul piano empirico, finirebbe inevitabilmente per incidere sulla partecipazione elettorale dei nostri connazionali residenti all’estero, recando un colpo mortale all’istituto così a lungo atteso e solo di recente conquistato”.

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